Il primo turno delle amministrative vede il centrodestra aggiudicarsi 10 Comuni contro 3 del centrosinistra. Il centrodestra vince Sta vince al primo turno in tre capoluoghi di regione: Genova, Palermo e L’Aquila- oltre che a Rieti, Belluno, Pistoia, Asti, La Spezia, Oristano, con Fratelli d’Italia che sorpassa la Lega come guida della coalizione. Ballottaggi in altre 13 città tra cui Parma e Verona. Il segretario Enrico Letta, giudica positivo il risultato del Partito Democratico che diventa primo partito e si aggiudica Lodi e Padova, mentre c’è delusione tra i pentastellati che mettono in crisi il campo largo fermandosi tra il 3 e il 4%. Molto bassa l’affluenza: solo il 54,72% degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne.

“Le amministrative sono sempre tabù per il M5s, è un po’ una costante. Abbiamo avuto in passato fiammate importanti a Roma e Torino, per il resto non è stato inusuale prendere percentuali basse alle amministrative e poi balzare al 30% nelle successive elezioni politiche. Non sono qui però per nascondermi dietro la costante storica. Quindi dichiaro che i dati che emergono, aspettando i definitivi, non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte in conferenza stampa per commentare i risultati delle amministrative e del referendum sulla giustizia.

Il giorno successivo, Mario Turco, uno dei vicepresidenti del Movimento 5 Stelle dichiara: “Sia chiaro, senza il presidente Conte i 5 Stelle, di fatto, non esistono”. Questa frase scatena molte reazioni negative compresa la mia. Io infatti ho dichiaro: “Caro Mario Turco, ricorda: tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile”. Il clima si scalda ulteriormente, oltre i 30 gradi che si registrano a Roma, quando il Ministro Luigi di Maio, il 16 giugno in Piazza del Parlamento davanti l’ingresso 24 esterna le sue preoccupazioni – che ho condiviso – sul messaggio che il Movimento in quel momento stava dando al Mondo: un’ambiguità sul sostegno al Governo, in vista delle comunicazioni del Presidente del Consiglio e le relative risoluzioni, in merito alla tipologia di sostegno da dare all’Ucraina. Un ambiguità della quale si appropria addirittura l’Ambasciatore russo Razov:

UCRAINA. LAVROV: IN ITALIA NON TUTTI D’ACCORDO SU ARMI A KIEV (DIRE) Roma, 18 giu. – “La logica secondo cui la massiccia fornitura di armi all’Ucraina sarebbe un mezzo per arrivare alla pace mi sembra quantomeno bizzarra. In sostanza si tratta di alimentare all’infinito la situazione di conflitto, di prolungarla e di moltiplicare le vittime e le distruzioni. Questa logica, a quanto mi risulta, è lungi dall’essere condivisa da tutti, anche in Italia”. Lo dice l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, in un’intervita rilasciata a Scenari Internazionali qualche giorno fa e che uscirà nella rivista trimestrale dal titolo ‘La guerra dei mondi’.

E fu così che alle ore 12.00 del 21 giugno ho firmato per l’adesione, con vero dispiacere, al nuovo gruppo parlamentare Insieme per il Futuro.

p.s. per quelli che vogliono sapere delle rendicontazioni leggete QUI

p.p.s. per quelli che pensano che sia per essere rieletti guardate, non vi è certo certezza ma solo passione per la politica