Finita la “febbre elettorale” occorre tornare ad occuparsi del Paese. Primo appuntamento della giornata dedicato all’analisi fatta da Nomisma sulla Cooperazione agricola italiana analizzando i dati 2015.
In un mondo, nel bene o nel male globalizzato, è evidente che solo l’aggregazione delle filiere riesce ad alleviare l’impatto della volatilità dei prezzi e a rispondere più velocemente alle richieste del mercato. Il mondo della cooperazione rappresenta una percentuale importante di tutto il mercato agroalimentare e oggi conta 4722 cooperative in Italia. Bene l’export che è in crescita anche se, a scapito del mercato interno. I principali settori sono quello della carne, dell’ortofrutta , latte, vino e servi. Più debole e frazionata la filiera dei cereali.


Ritengo che occorra dare maggiore importanza all’aggregazione in modo che anche i più piccoli possano avere benefici. La PAC va rivista e inserire un “premio” a chi “sta insieme” è fondamentale. Uniti, ci dicono i dati, si guadagna di più, si investe di più e si risponde meglio alle fluttuazioni di mercato e in un panorama molto frazionato come quello italiano fare questo è strategico.