“Gli autovelox continueranno ad essere usati come bancomat per fare cassa e non per migliorare ed implementare la sicurezza stradale con buona pace delle tante, troppe, vittime della strada e dei loro famigliari”. Così il deputato Filippo Gallinella commenta l’esito della votazione in aula giovedì 27 gennaio della mozione del M5S che impegnava il governo ad assumere ogni iniziativa volta a destinare la parte di spettanza ministeriale dei proventi delle sanzioni derivanti dall’accertamento dei limiti di velocità per il miglioramento della sicurezza stradale.

La disposizione che regola la materia è l’articolo 142 del codice della strada che dispone l’impiego dei fondi provenienti dalle sanzioni per realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture. Per chiarire, inoltre, la destinazione dei proventi incassati dagli Enti locali, l’onorevole umbro ricorda “il parere 66 del 2014 elaborato dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Regione Umbria, in base al quale i proventi derivanti dall’accertamento con autovelox, al netto delle spese sostenute, devono essere ripartiti a metà tra ente accertatore ed ente proprietario della strada”.

“Il governo – afferma il portavoce parlamentare umbro – ha bocciato una mozione di buon senso, volta da un lato a dare pienamente attuazione a misure già previste dalla legge, i cui obblighi restano largamente disattesi, dall’altro a favorire la diffusione della cultura della sicurezza e una piena educazione stradale”. Il M5S propone l’adozione di misure formative di prevenzione, fra cui corsi di formazione per la guida nelle scuole e corsi di guida sicura. Chiede di adottare iniziative normative a garanzia del rispetto del prescritto obbligo di relazione telematica a carico degli enti utilizzatori di autovelox da inviare ogni anno ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, introducendo l’obbligo di pubblicazione della relazione online, nella sezione Amministrazione trasparente, pena l’applicazione di sanzioni. Chiede di rendere consultabili a livello istituzionale i dati relativi all’entità delle sanzioni comminate.