Il fronte dei contrari alla nuova legge elettorale umbra, votata martedì scorso da palazzo Cesaroni, si compatta e passa subito all’azione.
Presenteremo a breve un ricorso e un’interpellanza al governo.
La decisione è stata presa ieri sera (23 febbraio), a Perugia, nell’incontro tra Scelta Civica, Movimento5Stelle e Comitato per la Democrazia in Umbria.
La nuova legge elettorale presenta profili di illegittimità costituzionale, soprattutto nella parte che prevede l’assegnazione del premio di maggioranza senza soglia minima, una modalità questa stigmatizzata dalla Consulta nel 2014. Tutti rilievi inascoltati dalla maggioranza regionale, in particolare dal Partito democratico, e da alcuni consiglieri di opposizione che hanno disegnato e approvato martedì scorso un testo su misura, che noi chiamiamo Umbricellum, a garanzia dello status quo, ostile al pluralismo politico, sordo alla richiesta di cambiamento che nasce dagli elettori e che esige una adeguata rappresentanza territoriale. Questi
i motivi per cui, insieme a Scelta Civica e ai Comitato per la
Democrazia in Umbria somo pronti a presentare nei prossimi giorni, un ricorso e a portare,tramite interpellanza parlamentare, il caso Umbria all’attenzione del governo.
Ipotizzando una coalizione Marini vincente con il 42,9%, una coalizione Ricci, seconda con il 35,7%, Laura Alunni del M5S al 14,3% e un’ipotetica lista di “sinistra” al 7,1%, con questa legge elettorale alla presidente uscente andrebbero 12 seggi e uno, grazie al ‘premio di minoranza’, a Ricci come miglior perdente. I residui 7 seggi vengono assegnati alle altre coalizioni o liste con lo stesso metodo del primo riparto: cinque andrebbero alla coalizione di Claudio Ricci e due al M5S (uno a Laura Alunni) e rimarrebbe fuori una lista di “sinistra” anche con 7,1%; dittatura benvenuta!