La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver riscosso dai singoli produttori caseari gli importi dovuti per averne prodotto in eccedenza.

Molte le domande che in questi giorni mi arrivano e che si possono racchiudere in 5:  1) Perché sono arrivate in questi giorni ben 1400 cartelle esattoriali a diversi allevatori italiani, con altrettante multe commissionate dall’Ue? 2) Chi dovrà pagare queste multe? 3) A quanto ammonta la cifra totale che gli allevatori italiani devono pagare all’Europa? 4) Come, quando e perché sono state assegnate delle “quote-latte” nell’Unione Europea? 5) Queste “quote-latte” sono a vantaggio o a svantaggio dell’economia italiana?

Con questo post, cercherò di spiegare cosa è accaduto e cosa stà accadendo. Le “quote-latte”, ovvero il contingentamento della produzione dell latte ha origine nel 1984, scopo di questa scelta politica era quello di regolare la produzione per non avere prodotto in eccesso e quindi sovra offerta che avrebbe causato bassi prezzi. Negli anni a seguire, i valori assegnati sono cambiati per ogni SM e, ad esempio per quest’ultima campagna, la quota assegnata all’Italia è stata di poco inferiore alle 11 milioni di tonnellate; da stime fatte si prevede uno sforamento che costerà 55milioni di euro e per il quale già in molti chiedono la rateizzazione senza interessi.

Adesso, dato che il regime di contingentamento finirà, ognuno potrà produrre quanto vuole con il rischio è che il “libero” mercato faccia molte vittime. Cosa succederà al prezzo del latte? Con il contingentamento vi sono state critiche di alcuni allevatori che non volevano limitare la produzione ma adesso, ve ne sono altrettanti preoccupati che una sovrapproduzione faccia calare così tanto il prezzo del latte da rendere in alcune aree impossibile, perchè non remunerativa, l’attività.

Noi come M5S, guardando al futuro, abbiamo preparato una risoluzione per facilitare l’aggregazione del settore tramite lo strumento, previsto dal regolamento 1308/2013 dell’ interprofessione, che nel mercato globale e con regole diverse tra paese e paese, è l’unica soluzione concreta che permette l’efficientamento della filiera, diminuisce i costi di gestioni e di promozione e permette valori aggiunti alla vendita maggiori.

Relativamente alla cifra da pagare, anche qui occorre fare chiarezza, i miliardi delle multe dal 1984 fino ai primi anni ’90 i cittadini li hanno già pagati con mancati trasferimenti già da 20 anni. Dopo questa prima “lezione” , dovuta a superficialità della classe politica e anche malaffare di alcuni amministratori e allevatori si è corsi ai ripari, introducendo nuove regole di controllo che hanno permesso negli anni di evitare che fenomeni così macroscopici si ripetessero. Ciononostante qualche lieve sforamento vi è stato e anno per anno le cose sono andate stabilizzandosi e, come detto, in quest’ultima campagna è previsto un surplus del 3% delle quota stabilita. Per capire cosa è successo, invito ad aprire la relazione della Commissione, per i curiosi, è l’atto COM(2014)334 final del 6 giugno 2014 (disponibile anche sull’area DOWNLOAD del mio blog), dove c’è tutta la storia e il numero di allevatori che sono regolari, che hanno regolarizzato nel tempo e quanti ancora devono regolarizzare e quelli “in rosso”.

Nella sostanza la Commissione e poi la Corte di Giustizia intima all’Italia di agire per il recupero del dovuto nei confronti di coloro che non sono regolari e, nel caso l’Italia non agisse, saremo condannati a pagare migliaia di euro al giorno fin tanto che non agiamo concretamente e, non per le quote latte, che sono state già pagate da tutti con mancati trasferimenti finanziari sul fondo di rotazione, ma perchè il Governo continua a permettere che alcuni non rispettino le regole a svantaggio di altri.

Nel dettaglio su 2.305 milioni di euro di prelievo imputato, ne sono stati riscossi 553 milioni e ve ne sono 198 milioni che saranno incassati a rate per un totale di 751 milioni di euro. Dei restanti 1.554 milioni di euro, 211 milioni sono classificati come irrecuperabili, determinando un dovuto di 1.343 milioni di euro. Di questa somma una parte non è ancora esigibile a causa di sospensive giurisdizionali, mentre risultano esigibili 832 milioni di euro che corrispondono a poco meno di 1500 allevatori su oltre 30mila regolari. E’ proprio sui circa 1500 che la Corte di Giustizia (art 258 TFUE) ci ha intimato di intervenire pena sanzioni pesantissime e quindi sono scattate le cartelle esattoriali.