“Dopo anni di immobilismo, il centro sinistra si sveglia e accelera per varare la legge sul conflitto di interessi. Una legge necessaria per risolvere le anomalie italiane. Una legge però quella che arriverà in aula troppo blanda”.

Questo provvedimento, che possiamo chiamare “Sanna – Sisto” lo possiamo definire un “miraggio perché è visibile da lontano ma arrivando in prossimità si scopre che al suo interno non c’è nulla, è vuoto come un miraggio nel deserto”.

Il Pd  aveva presentato un testo a prima firma del deputato Sanna, che era una buona base su cui cominciare a lavorare. Nella sua proposta, infatti, vi era uno dei concetti più rilevanti per il M5S, vale a dire l’applicazione del conflitto d’interessi alle cariche pubbliche, dalle cariche politiche, elettive e non, a quelle di alta amministrazione. Sempre nel testo Sanna era specificato che oltre l’interesse economico privato, l’ambito di applicazione era allargato a tutte le ipotesi di interferenza d’interesse pubblico. Fra i destinatari c’erano, in chiaro, i parlamentari, le autorità indipendenti ed i sindaci dei Comuni sopra i 100.000 abitanti.

Ma questo testo è stato riscritto dall’esponente di FI, Sisto. Il risultato è che le norme si applicheranno solo a cariche di governo ed esecutivi regionali e non a tutte le cariche pubbliche. Inoltre, il ricorso all’Authority per dirimere i conflitti chiama in causa i criteri di nomina dei giudicanti. Quanto alle conseguenze in caso di conflitto d’interessi, scatterebbero soltanto sanzioni pecuniarie. Per Il M5S, invece, le sanzioni devono essere esemplari, dalla nullità degli atti compiuti dal titolare della carica alla decadenza dalla stessa carica. Questo testo così come è stato formulato non avrà il nostro appoggio. E’ un compromesso al ribasso che non passerà sotto silenzio.