Il primo aprile, è stato incardinato la “buona scuola” in commissione Cultura, provvedimento si prefigge di risolvere le numerose problematiche del nostro sistema scolastico.

Sicuramente il problema più grave che affligge la scuola italiana è quello della precarietà diffusa del corpo insegnante e del personale scolastico. Questa vera e propria piaga, frutto di scellerate politiche scolastiche protrattesi per un ventennio, ha conseguenze estremamente negative non soltanto per i lavoratori ma anche e soprattutto per gli studenti che, di anno in anno, hanno a che fare con insegnanti sempre nuovi e diversi. La qualità dell’insegnamento e la progettualità che sta dietro ad ogni intervento didattico ne risultano fortemente compromessi. Con oltre 155mila precari “storici” presenti nelle graduatorie ad esaurimento (GAE), circa 90mila abilitati inseriti nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto (GI), qualche migliaio di vincitori di concorso Profumo del 2012 ed oltre 300mila aspiranti docenti (non abilitati) nella terza fascia delle medesime, l’Italia è già da tempo in procedura d’infrazione presso la Corte di Giustizia Europea per reiterazione illeggittima dei contratti a termine nel pubblico impiego.

Il 26 novembre 2014 una sentenza della stessa Corte Europea ha dichiarato illegittima e confliggente con le proprie direttive la legislazione italiana in materia di contratti a termine e ha spronato “in maniera energica” (testuali parole!) l’Italia a dotarsi di misure di prevenzione e sanzione dell’abuso dei contratti a termine. A tal proposito, occorre ricordare che a gennaio il tribunale di Napoli ha applicato questa sentenza, stabilendo non solo l’indennizzo ma anche l’assunzione a tempo indeterminato per i tre precari ricorrenti. Sono seguite altre sentenze di altri tribunali che hanno scelto la stessa strada.

A inizio settembre 2014, con il dossier “La Buona Scuola”, Renzi ha annunciato di voler procedere nel settembre 2015 all’assunzione dei 148mila precari delle GAE e vincitori del concorso 2012, ignorando completamente i 90mila abilitati delle graduatorie d’istituto che, nel suo piano, dovrebbero sostenere i futuri concorsi. Quest’ultimi, occorre dirlo, docenti a tutti gli effetti, che hanno anche molti anni di servizio alle spalle, e che si sono abilitati con i percorsi TFA (Tirocinio Formativo Attivo) e PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), costati dai 2500 ai 3500 €, sostanzialmente uguali (un anno di tirocinio a scuola + esami universitari + tesi finale), differenti solo nel fatto che i TFA hanno comportato una rigorosissima prova di accesso iniziale mentre i PAS sono stati aperti, senza selezione, a tutti coloro che possedevano tre o più anni di servizio. Questi docenti, per il M5S, non devono più sostenere ulteriori concorsi, vanno assunti, sono abilitati di stato e hanno firmato pagelle, diplomato alunni, redatto atti ufficiali. Sarebbe assurdo non considerarli docenti. Hanno un’età media di 40 anni e sono padri e madri di famiglia.

Con l’uscita del ddl il Governo ha fatto sfumare anche le 150mila assunzioni da GAE promesse nella Buona Scuola. Probabilmente saranno molte meno (si parla di 100mila ma forse si coprirà solo il turn over) e saranno spalmate su più anni. Il concorso promesso nel 2015 non avrà luogo. Il governo vuole poi realizzare l’organico funzionale (o dell’autonomia) perché non sa dove e come assumere tutti questi docenti in un solo anno! Vuole quindi dotare le scuole di un contingente in più di docenti (si parla di 5 per plesso) che possano garantire le supplenze brevi, il doposcuola e le attività extra. Sembra una buona idea ma non è così: le assunzioni vanno fatte in base al fabbisogno reale della scuola e non a caso. Se ti servono due docenti di matematica e due di italiano, non puoi assumer quattro insegnanti di musica solo perché li devi assumere! Il piano di Renzi procurerà enorme caos e confusione nelle scuole, genererà errori e una marea di ricorsi: i docenti saranno costretti a fare da tappabuchi in scuole anche lontanissime tra loro e addirittura a insegnare su materie diverse dalla propria. Tutto questo è contro il merito, contro il sistema di competenze che si richiedono ai ragazzi (ma non ai docenti!) e contro la professionalità dei docenti stessi che vedranno stravolto di fatto il loro status giuridico e dovranno prestarsi a qualsiasi attività e mansione venga loro richiesta dal nuovo dirigente scolastico-manager che avrà su di loro molti più poteri (sulla loro assunzione, sul loro stipendio e sulla loro carriera).

Il 27 marzo 2014 il M5S ha presentato una mozione alla Camera per impegnare il Governo ad assumere a tempo indeterminato il personale ATA (collaboratori scolastici, i “bidelli”) già presente in graduatoria e tutti i docenti in possesso di determinati requisiti: superamento di regolare concorso ovvero abilitazione e tre anni di servizio, in ottemperanza alla direttiva europea 99/70 che vieta l’abuso dei contratti a tempo indeterminato. La mozione è stata respinta dal Governo che ha rimandato la soluzione del problema ad una riforma globale del pubblico impiego. Il decreto sulla Pubblica Amministrazione però non conteneva alcun riferimento a questo argomento.La proposta di legge del M5S, costruita con il contributo di migliaia di docenti italiani, in un confronto durato un anno intero va in questa direzione: abolire il precariato, non i precari! Vedi PDL: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0028910.pdf.

Vogliamo quindi assumere in base al fabbisogno reale del sistema d’istruzione e non in maniera caotica e arbitraria come fa Renzi! La nostra PDL si divide in varie fasi. 1) Dal 2015 al 2020 (fase transitoria) prevediamo un piano quinquennale di immissione in ruolo dei docenti su tutti i posti vacanti e disponibili, da realizzarsi tramite l’assorbimento delle graduatorie di concorso 2012 e delle graduatorie ad esaurimento e, in subordine ad esse, della attuale seconda fascia delle graduatorie d’istituto (abilitati TFA e PAS). 2) Contestualmente si inserisce anche una valutazione circa le capacità relazionali e pedagogiche del docente neo-immesso in ruolo. Questo perché al centro deve esserci la qualità della didattica. 3) Il superamento dell’anno di prova avrà valore concorsuale per i neo immessi in ruolo da graduatoria d’istituto: le abilitazioni TFA e PAS non avevano valore concorsuale e noi poniamo rimedio a questo errore. Incentivando al part time i docenti con anzianità di servizio, determinando il numero degli alunni per classe ad un massimo di 22, ripristinando il tempo pieno nella scuola primaria, in meno di cinque anni prevediamo di assorbire circa 250mila precari.

Prendendo atto che nei prossimi 10 anni è previsto nella scuola un turn over eccezionale, di oltre il 40% dell’attuale corpo docenti, mai visto prima. I docenti italiani sono i più vecchi d’Europa, hanno una media di 51 anni d’età, con un picco di docenti che ha 59 anni. È un’occasione storica di ricambio generazionale e serviranno molti docenti preparati e con esperienza. In particolare, nell’annualità 2018 è prevista la cosiddetta “onda lunga dei pensionamenti”. Ecco perché vogliamo assumere i precari aventi diritto e poi ripartire con un sistema razionale, semplice e non aggirabile. Così, a partire dal 2020 (fase futura), prevediamo un sistema di formazione e reclutamento docenti completamente nuovo (per evitare di ripetere gli errori passati) con un concorso nazionale aperto a tutti i laureati darà accesso ad un anno di corso-concorso comprendente esami e un tirocinio retribuito cui seguirà l’immediata immissione in ruolo, pena una multa per lo Stato e un risarcimento per il docente qualora ciò non avvenisse entro 3 anni, come previsto dall’ UE.

Lo vogliamo ricordare, la stabilità lavorativa e psicologica del corpo docente è imprescindibile e, d’altro canto, le direttive europee non lasciano spazio all’interpretazione: lo Stato italiano è attualmente fuori legge in quanto riassume annualmente i docenti su posti vacanti e disponibili. Con una classe docente che lavora stabilmente e senza l’angoscia del rinnovo a settembre, agli allievi sarà finalmente garantita la continuità didattica, fondamentale per ottenere buoni risultati negli apprendimenti, specialmente per i ragazzi con difficoltà o bisogni educativi speciali. Con un sistema di reclutamento futuro finalmente chiaro, trasparente e non aggirabile in alcun modo garantiremo che entri in classe esclusivamente personale preventivamente selezionato e formato a seguito di un tirocinio incentrato sugli aspetti pratici e didattici della professione.