<< Gli umbri dovranno attendere ancora l’anno della svolta e del cambio di passo politico. I segnali inviati dalla giunta Marini muovono purtroppo in altra direzione. L’ultimo in ordine temporale è quello di scegliere di non scegliere prorogando gli incarichi ai direttori generali delle Aziende sanitarie regionali. Decisione che ricorda le pagine più tristi della vecchia politica >>.

Questo il mio  commento alla decisione adottata dalla giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Barberini, di prorogare gli incarichi ai direttori generali delle Aziende sanitarie regionali, Usl e Ao dell’Umbria, rispetto alla scadenza naturale del 31 dicembre fino alla nomina dei nuovi Direttori e comunque non oltre il 29 febbraio 2016, secondo quanto previsto dalla legge regionale sulla sanità.

Quando i governatori ascoltano i suggerimenti provenienti dal territorio, compresi quelli dell’opposizione come nel caso del vertice regionale antismog proposto dal M5S, si ottengono risultati tangibili. Quando la politica continua la sua sorda partita autoreferenziale, le scelte diventano verticistiche e calate dall’alto, senza vera condivisione.

Il contesto politico regionale e nazionale, segnato nelle ultime settimane dal decreto salva banche o per meglio dire ‘ammazza risparmiatori’ che tante vittime ha provocato anche in Umbria, e lo scenario internazionale, in continua allerta terrorismo e contrassegnato da guerre feroci alle porte dell’Europa, con il caso Ucraina ad est e quello Libia a sud fino alla Siria, senza contare la crisi economica ancora imperante, alimentata da una moneta unica deprimente, impongono un cambio di passo politico a tutti i livelli.

L’auspicio  è che “almeno a livello regionale il 2016 porti consiglio alla Giunta Marini e che si apra una vera stagione di riforme, in netta discontinuità con il passato. I primi atti di trasparenza e chiarezza che ci aspettiamo all’inizio del nuovo anno sono la riforma dellUmbricellum che ha già prodotto un disorientante cambio in corsa all’interno del consiglio regionale, l’istituzione del reddito di cittadinanza e la rendicontazione, dati alla mano, dello stato di attuazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 con lo stato di avanzamento della spesa entro la fine del 2015, termine d’impiego delle risorse per evitare il disimpegno automatico.