Calano lievemente in Umbria le aziende agricole guidate da under 35. Nel 2014 erano 1.069, scese a 1.053 nel 2015 con una variazione nel biennio dell’1,5%. Diminuiscono nel cuore verde d’Italia le aziende agricole a conduzione femminile che tra il 2014 e 2015 passano da 5.721 a 5.657 con una flessione dell’1,1%.

Leggendo il recente rapporto realizzato dal Centro Studi di Confagricoltura sulle aziende agricole iscritte al Registro delle Imprese si nota una leggera flessione delle aziende agricole a conduzione giovanile in Umbria è in linea con quella registrata a livello nazionale. Tra il 2014 e il 2015, secondo l’elaborazione del Centro Studi Confagricoltura su dati Unioncamere, la quota di imprese agricole condotte da giovani è scesa da 51.098 a 49.543. I dati Istat degli ultimi due Censimenti dell’Agricoltura confermano che l’incidenza percentuale delle aziende a conduzione giovanile sulla totalità delle aziende agricole è in lieve diminuzione mentre in valori assoluti le aziende a conduzione giovanile sono diminuite nel decennio del 38,7%.

Flessione contenuta, anche per le aziende agricole a conduzione femminile: A fine 2015, le imprese agricole rosa registrano una riduzione dello 0,7%, per la prima volta, dopo 5 anni, inferiore, sia pure di due decimi percentuali, alla riduzione complessiva (0,9%) delle aziende iscritte del settore.

Il recente rapporto di Confagricoltura  fotografa una lieve diminuzione del numero di aziende agricole giovani e rosa, la riduzione della superficie agricola utilizzata per effetto dell’urbanizzazione, il trasferimento di terreni, dati in cessione o in affitto, dalle piccole aziende alle aziende di maggiori dimensioni. Mentre la riduzione della superficie agricola utilizzata per effetto dell’urbanizzazione è un segnale negativo contro cui il M5S sta combattendo con numerose proposte, la diminuzione del numero di aziende non è di per sé sintomo di sofferenza e di malessere. Certo è che oggi l’agricoltura opera in un mutato contesto economico, globalizzato, che richiede elevate capacità imprenditoriali ed alti standard di competitività. Fattori su cui sin dall’inizio della Legislatura ho prestato massima attenzione e su cui mi sono confrontato con numerosi imprenditori incontrati durante l’attività parlamentare. Maggiori investimenti per accrescere competenze, competitività ed innovazione dovrebbero essere al centro delle strategie politiche nazionali e regionali.