La Protezione civile ha dato il via libera al Piano di interventi messo a punto dal Commissario Giuseppe Silletti per contrastare la Xylella Fastidiosa, killer degli ulivi nel Salento. «Sarà una lotta mirata e non aggressiva per l’ambiente – ha detto Silletti parlando davanti alla Commissione agricoltura della Camera dei deputati (vedi video)- che prevede eradicazioni “col bisturi”, arature dei terreni e utilizzo di insetticidi se necessario». Insetticidi, ha sottolineato il commissario, e non erbicidi «come invece avviene spesso nel Salento».
«È importante effettuare la lotta ai vettori e in modo particolare attraverso le arature dei terreni», ha detto il Commissario nell’illustrare il Piano che non prevede «alcuna distribuzione di erbicidi. Sarà una lotta selettiva che andrà ad invadere l’ambiente nel modo e nella quantità meno aggressiva possibile». Quanto all’eradicazione delle piante infette, Silletti ha precisato che si tratta di «un’azione indispensabile», da effettuare «col bisturi», nel senso che si interverrà soltanto sulle piante infette. Silletti ha poi ribadito il ruolo centrale che dovrà giocare la ricerca.
Le misure messe a punto, ha spiegato, prevedono interventi nella fascia di profilassi, nella zona cuscinetto, nella fascia di eradicazione e nei vari focolai scoperti; in particolare sono cinque: eliminazione di tutte le piante ospiti del batterio presenti lungo strade, fossi, canali, aree verdi con trinciatura della chioma e smaltimento; controllo meccanico degli stadi giovanili dei vettori nelle erbe spontanee infestanti con trinciatura; trattamento fitosanitario per il controllo dei vettori adulti in uliveti e frutteti; estirpazione delle piante infette; distruzione delle specie ospiti Xylella all’interno dei vivai. A oggi non si conosce il numero delle piante infette quanto quello delle aree infettate. «Dobbiamo partire dal focolaio di Oria nel brindisino, il più a nord per poi scendere a sud nella provincia di Lecce dove sono coinvolti 45 Comuni su un totale di 97», ha sottolineato il Commissario, precisando che occorre creare una fascia di 15 km per contenere la malattia nell’area compresa tra l’Adriatico e lo Ionio.