Il mio amico Giuseppe ha pubblicato il grafico che riporto qui sotto, argomentando che se non cresce la produttività non possono crescere i salari. “Apriti cielo”

Purtroppo questi argomenti non piacciono ne, alla stragrande maggioranza dei “politici” ne, alla stragrande maggioranza dei “cittadini”. I primi evitano questo argomento perché non piace ai secondi.
Ai secondi non piace perché pensano che la produttiva sia legata al carico di lavoro e non hanno ancora collegato che se in un ora, sfruttando l’innovazione, fai il doppio di quello che facevi prima, allora puoi riposare un ora.
SPIEGONE:
L’Italia oggi ha una struttura economica fortemente orientata al settore terziario, che oggi rappresenta circa il 72% del PIL nazionale. Tuttavia, proprio il settore terziario è, tra i macrosettori, quello in cui è più difficile aumentare la produttività, soprattutto nelle sue componenti ad alta intensità di lavoro umano (sanità, educazione, PA, ristorazione, commercio tradizionale). Dagli anni ’80 ad oggi il settore primario si è quasi dimezzato, il settore secondario ha perso oltre 10 punti percentuali, mentre il settore terziario ha guadagnato circa 15-17 punti dal 1980 a oggi.
IN SINTESI: fare il tifo per “più turismo” (labour-intensive) e “meno industria” (capital-intensive) è come tifare per “bassi salari”.