AST: storia dell’accordo di Programma

In questi giorni si parla molto dell’importanza dell’Accordo di Programma per AST Terni, un’intesa che segna un passaggio storico per la più grande azienda industriale dell’Umbria. Ma come si è arrivati fino a qui? Ripescando tra articoli e comunicati, ho ricostruito le tappe principali di questo percorso triennale.

Tutto parte nel 2022, quando ThyssenKrupp cede AST al Gruppo Arvedi. È una svolta: lo stabilimento ternano torna in mani italiane, e nasce l’idea di un rilancio industriale ed ecologico attraverso un piano di investimenti ambizioso.

Nel 2023 Arvedi definisce un nuovo piano industriale: ammodernamento dei laminatoi e riconversione green. Regione, Comune e Provincia avviano un dialogo con i ministeri per un Accordo di Programma, fissando tre obiettivi: investimenti, ambiente, occupazione.

Nel 2024 emergono criticità: costi energetici, burocrazia e incertezze politiche portano Arvedi a considerare ridimensionamenti o rinvii. In particolare tra estate e autunno il management avverte che senza garanzie su tempi, incentivi e semplificazioni il piano rischia di saltare.

Nel 2025 il confronto politico e tecnico si intensifica e a gennaio la Regione incontra il Governo nazionale. A seguire, durante un incontro a Terni, Arvedi annuncia di essere pronta a ordinare un nuovo laminatoio, ma solo dopo la firma dell’accordo.

Il 2 maggio 2025 Arvedi presenta ai sindacati un piano da 1,13 miliardi in due fasi: 557 milioni entro il 2028 e altri 573 milioni condizionati all’andamento del mercato. I sindacati approvano e si sblocca la trattativa.

Il 6 giugno la Regione annuncia che la firma è imminente. L’accordo prevede 96,5 milioni di euro di incentivi tramite Invitalia, impegni su bonifiche, decarbonizzazione, fornitura di energia idroelettrica a condizioni favorevoli e difesa dei livelli occupazionali.

L’11 giugno 2025, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, viene firmato l’Accordo di Programma da Governo, Regione, Comune, Provincia, Arvedi, Invitalia e parti sociali.

Questo è certamente un importante patto industriale ottenuto a più mani (come si legge dai fatti) e occorrerà sicuramente monitorare sul fatto che, quanto concordato, sia messo veramente a terra.

Di filippogallinella

Parlamentare eletto alla Camera dei deputati XVII e XVIII Legislatura