Dopo che la procura di Lecce ha bloccato le procedure previste dal Piano Silletti, la Commissione Europea continua a chiedere <<una rapida ed efficace azione per salvare le piante sane ed evitare il diffondersi della Xylella in Italia e in Europa>>.
Il Commissario Andriukaitis smentisce anche <<l’aver ricevuto dati sbagliati >> come ipotizzato dalla Procura di Lecce.
La Commissione ricorda anche che <<la Xylella è una delle malattie più pericolose per le piante con un serio impatto economico>>, tra l’altro il 10 dicembre scorso, per la “mancanza d’azione”, l’Italia è stata messa ufficialmente in mora.
Emiliano, si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno, “abbraccia i magistrati” e nel frattempo lascia ammalare e morire le piante, permettendo, per mancanza d’azione, la diffusione della malattia e la distruzione dell’attività dei vivaisti perchè, molto probabilmente arriverà un nuovo embargo.
Nel dibattito sono stati contrapposti, secondo me in maniera impropria, l’impianto tradizionale (100-300 piante per ettaro) con l’impianto moderno (1500-1700 piante per ettaro), facendo emergere che il primo è “buono” e il secondo è “cattivo”. A mio parere, l’olivicoltura moderna, che consente di abbattere i costi, è solo un’opportunità per ogni produttore che, ovviamente, resta sempre libero di scegliere il tipo di allevamento che più ritiene opportuno.
Visto quello che sta succedendo, chi pagherà il conto? Se il batterio continua ad avanzare a causa dell’irresponsabilità e dell’inadeguatezza degli amministratori, chiederò alla Regione Umbria di bloccare l’importazione di materiale vegetale a rischio dalle zone infette