ll Ministro Mogherini ha dichiarato «Il partenariato tra Ue e Russia è finito », magari pensando ad ulteriori sanzioni.
Non so se il neo Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha ben presente che la Russia è il terzo partner commerciale dell’Ue che, a sua volta, è il primo per la Russia; l’Unione europea è il più importante investitore nella Federazione, oltre il 75% degli investimenti esteri diretti in Russia proviene da Stati membri dell’Ue. Mosca acquista inoltre miliardi di euro di prodotti agroalimentari italiani e il danno economico che deriva da un approccio basato esclusivamente su sanzioni è inimmaginabile per un Paese come il nostro in cui , in piena crisi e deflazione, l’unico comparto che ancora tiene è quello agroalimentare.
Che l’Unione europea non abbia mai avuto una sua politica estera è più che evidente, anzi è nota la sua debolezza nel prendere posizioni chiare in quasi tutti gli scenari internazionali, ma mai come ora urge una linea chiara e definita. La Federazione Russa cosi come l’Ucraina sono partner “speciali”, con i quali l’Ue intrattiene appunto relazioni strategiche. Il partenariato con la Russia in atto ormai da circa 10 anni è indispensabile tanto per la Russia quanto per l’Ue e non solo per motivi economici. La condivisione di regioni limitrofe comuni implica la collaborazione su aspetti internazionali, incluse le attività di contrasto al terrorismo, la non proliferazione, il processo di pace e la lotta alla contraffazione. Certamente, le vicende che ormai da qualche tempo investono i rapporti tra la Russia e alcuni Paesi del partenariato orientale primi tra tutti l’Ucraina suggeriscono una revisione dell’approccio adottato nei confronti della Russia, ma la sintesi proposta dalla nuova lady PESC è sconcertante.
Che dire, come inizio non c’è male.