L’intervento sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, comporta rilevanti problemi di natura paesaggistica in quanto il tracciato interessa solo in minima parte terreni agricoli pianeggianti, mentre la restante interessa un territorio variegato dal punto di vista geo-morfologico ed estremamente delicato e di pregio sotto il profilo paesaggistico ambientale.
Inoltre l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le misure di graduale ripristino ambientale previste dal progetto, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro.
Il progetto del metanodotto prevede l’attraversamento di numerosi fossi, torrenti e fiumi. L’importanza ecologica dei corsi d’acqua, per il ruolo che essi svolgono nel mantenimento della connettività ecologica e quali siti di rifugio, migrazione, alimentazione e riproduzione è stato più volte ribadito. Le modificazioni dell’alveo e delle sponde in seguito al loro attraversamento, risultano negative e permanenti.
Stiamo inoltre parlando di una infrastruttura pensata 10 anni fa, in cui sognavano di avere i consumi in crescita per l’eternità mentre i dati SNAM parlano di 69 miliardi di metri cubi di gas trasportati nel 2013 a fronte degli 84 circa trasportati nel 2008.
Un calo di 15 miliardi di metri cubi, per cui le attuali infrastrutture sono già in sovrabbondanza. Quindi la domanda è spontanea: a chi serve? Chi paga un opera che pare del tutto inutile?