La maggioranza del consiglio regionale dell’Umbria è riuscita, incredibile ma vero, a scrivere un’altra pagina buia della politica infrastrutturale territoriale, approvando lunedì in commissione il piano dei trasporti 2014-2024. Piano che non risponde alle reali necessità dei pendolari umbri.

Sono costretto a bocciare senza appello il via libera della seconda commissione di Palazzo Cesaroni al piano trasporti. Gli obiettivi previsti per la modalità ferroviaria riguardano, soprattutto, il miglioramento dell’accessibilità alla rete Alta velocità attraverso la realizzazione della nuova stazione Medio Etruria. Circa quaranta milioni sprecati per realizzare un’opera fuori regione, senza considerare i costi delle opere infrastrutturali a servizio della stessa, mentre la rete ferroviaria umbra cade a pezzi e presenta ancora molti tratti a binario unico. Si tratta di progetto che non porterà benefici al trasporto ferroviario pendolare, in attesa da anni di risposte e soluzioni che le nostre Istituzioni non hanno ancora dato e non daranno.

Numerosi problemi che insistono sul trasporto ferroviario regionale. Si tratta di problemi, ben noti, dal materiale rotabile vetusto, al malfunzionamento dei sistemi di climatizzazione che tanto hanno creato disagio la scorsa estate, a quelli sulla direttissima per via degli impianti che provocano, un giorno si e uno no, ritardi o deviazioni dei convogli regionali sulla linea storica lenta. Senza contare le difficoltà registrate, negli ultimi tempi, agli scambi della stazione di Terni, all’infrastruttura tra Baiano di Spoleto e Giuncano o riguardanti i cronici  ritardi del ‘Tacito’ nel suo arrancare tra Terni a Spoleto, con quello che ne consegue per la circolazione degli altri treni, fino all’ulteriore blocco dei lavori di raddoppio tra Spoleto e Campello sul Clitunno, sei chilometri infiniti. E non tocchiamo il tasto della ex Fcu, lasciata agonizzare per anni dalla politica regionale.

Con il piano approvato si continua a privilegiare l’infrastruttura su gomma piuttosto che quella su ferro. Prova è l’ammontare e la destinazione delle risorse pubbliche per le diverse voci di trasporto e l’intesa sottoscritta tra Regione Umbria e Trenitalia, a fine gennaio di quest’anno, quale pre-accordo per il rinnovo del Contratto di servizio per il periodo 2015/2020, scaduto il 31 dicembre 2014 e che, per inciso, ancora non è stato firmato. In questa intesa è stato richiesto da parte della Regione uno sconto del 5% pari ad 1.800.000 euro da riservare al trasporto pubblico su gomma, che già di per se stesso è la maggior spesa a capitolo nel bilancio dei trasporti. Ulteriore prova il nuovo orario invernale ferroviario che taglia fermate e introduce i bus. Non si comprende, sinceramente, se l’approvazione del piano dei trasporti 2014-2024 sia espressione del disinteresse o della mancanza di una cultura del trasporto su ferro da parte delle Istituzioni Politiche Regionali.