Enel, con il programma Future-e, ha avviato un percorso di riconversione per 23 centrali termoelettriche, impianti che hanno sostenuto la crescita industriale del nostro Paese e che oggi, con un modello energetico diverso dal passato non servono più. Tra questi impianti vi sono due centrali umbre: Pietrafitta (sito2) e Bastardo.

Relativamente alla centrale di Pietrafitta ho scritto SITO 2 perchè li ci sono 5 gruppi di potenza così distinti:
– SITO 1 è la vecchia centrale a carbone con i gruppi PF1 e PF2 e sono di proprietà della VALNESTORE
– SITO 3 è la centrale turbogas  a ciclo combinato (PF5) e NON è oggetto di dismissione
– SITO 2 è quello oggetto di dismissione e comprende i gruppi turbogas a ciclo aperto PF3 e PF4
Relativamente alla centrale di Bastardo la dismissione è stata rimandata al 2019 perchè TERNA ha fatto sapere che per ora bisogno di quel polo.
Ma come funziona la dismissione? Ora se si vedono i regolamenti di dismissione (es. quelli della centrale di Bastardo) Enel non terrà solo conto dell’offerta economica ma anche della destinazione del sito in accordo con le amministrazioni locali. Sempre sul regolamento di dismissione di Bastardo, al punto 1.1, si legge:
<<La proposta progettuale potrà riguardare ambiti funzionali utili alla valorizzazione del Sito quali, a titolo meramente esemplificativo e non vincolante, quello turistico, ricettivo, culturale, sportivo, industriale innovativo, ICT e terziario innovativo, agroalimentare, ricerca e sviluppo, logistico. 
Saranno altresì presi in considerazione progetti che sviluppino altri ambiti funzionali con le uniche esclusioni di quelli che prevedano sistemi e/o impianti di gestione, trattamento e smaltimento rifiuti o impianti per la produzione di energia elettrica. Saranno altresì presi in considerazione progetti che propongano il contestuale sviluppo di più ambiti funzionali. >>
Mi sono permesso di evidenziare la parte in neretto perchè, secondo me è ovvio che ENEL non darebbe mai un terreno ad un altro per produrre energia (fotovoltaico, eolico, biomassa ecc) perchè, se conveniva , lo avrebbe fatto lei stessa.  E’ anche esclusa la possibilità della destinazione del sito ad un inceneritore o simili. Quest’ultima cosa è senza dubbio molto positiva. Per quello che ci è dato sapere gli “spazi” ex-centrali sono diventati poli commerciali, industriali e turistici.
Ci auguriamo che tali vincoli sopra citati siano rispettati anche per la dismissione del SITO 2 della Centrale di Pietrafitta. Come M5S monitoreremo e vigileremo su questa vicenda.