Il testo licenziato mercoledì dal Parlamento, con gli emendamenti 5stelle al Collegato Agricoltura, sull’identikit della birra artigianale e il sostegno allo sviluppo della filiera del luppolo nostrano, inizia ad affrontare e risolvere le maggiori criticità degli operatori del settore. E’ un traguardo storico. Ne saranno felici i numerosi birrifici umbri.

Da oggi, potrà definirsi birra artigianale soltanto quella birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti sia legalmente che economicamente e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. Viene dunque riconosciuto l’apporto umano nel processo produttivo, escludendo ‘fasi industriali’ di lavorazione. Viene inoltre fissata la produzione annua a 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.

Il provvedimento regolamenta un settore in continua crescita che, secondo i dati di Unionbirrai, conta 875 piccoli birrifici sul territorio nazionale, guidati per lo più da giovani imprenditori, impiega 1300 persone e produce un indotto di 4mila lavoratori.

Incassiamo un  risultato molto importante sul piano della regolamentazione ma siamo convinti che il settore della birra artigianale vada anche sostenuto e semplificato. Per questo abbiamo chiesto, insieme all’abolizione dell’Imu agricola per i terreni dati in affitto o in comodato d’uso ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali, la riduzione delle accise a carico dei micro birrifici e la semplificazione degli adempimenti. Proposte bocciate dal governo. Da domani saremo di nuovo al lavoro per ottenere maggiori tutele sul piano fiscale ed amministrativo. Siamo pronti a dare battaglia sin dalla prossima legge di stabilità.

Il Collegato agricoltura prevede inoltre la creazione dell’anagrafe apistica e misure, con delega al Governo, per la selvicoltura, l’apicoltura e l’ippica.