Questo è il discorso che avrei voluto fare oggi sul DEF in materia di AGRICOLTURA, ma le tempistiche d’Aula non lo hanno permesso. Se volete…buona lettura.

Presidente, colleghi

La programmazione in materia di agricoltura contenuta nel DEF si articola intorno al tema cruciale della nuova PAC sulla quale il Governo sarà chiamato a prendere decisioni strategiche importantissime destinate ad avere un forte impatto sulla competitività e la sostenibilità del modello agricolo italiano. In commissione abbiamo lavorato molto sulle flessibilità consentite dalla normativa europea in particolare nelle definizione di agricoltore attivo e degli aiuti accoppiati. 
Credo che il Governo dovrà accogliere le proposte della Commissione Agricoltura almeno come base di partenza per formulare le disposizioni applicative finali.

Tornando agli altri temi indicati nel DEF ravvisiamo molte criticità; purtroppo questo testo a nostro avviso non affronta in maniera strutturale le questioni chiave per il rilancio della competitività del comparto primario che, ricordiamolo, ha un potenziale enorme e può dare un contributo significativo alla ripresa economica di questo Paese. 
Parliamo in primo luogo della Fiscalità. L’elevata pressione fiscale sui terreni ed immobili rurali ostacola la crescita di un settore che vive una fase di estrema difficoltà dovuta all’aumento dei costi di produzione e alla riduzione dei prezzi alla vendita. E’ pertanto indispensabile operare una profonda revisione delle fiscalità rurale e noi siamo qui per ricordarvelo. 
Per quanto riguarda gli interventi in materia di crescita e sviluppo è noto che i settori dell’agricoltura e della pesca risultano interessati solo in via marginale dai classici interventi a favore delle attività produttive, eccetto che per la riapertura della ex Sabatini, occorre pertanto spostare l’ago della bilancia.
Resta il nodo cruciale dell’etichettatura d’origine, perchè l’Ue è più interessata al made by piuttosto che al made in, poiché è l’unico strumento in grado di contrastare la contraffazione e l’italian sounding. 
Altro questione fondamentale da chiarire è l’applicazione dell’art. 62 sui tempi di pagamento, che come espresso dal Governo, deve applicarsi a tutta la filiera, quindi muovetevi! Altro capitolo è la semplificazione e la sburocratizzazione; è indispensabile procedere al riordino del sistema dei controlli per evitare che le Regioni e lo Stato si trovino a decidere, spesso con sovrapposizioni, sulle stesse materie. Potenziare i servizi di rete nelle aree rurali e rafforzare i canali di penetrazione commerciale all’estero in modo da fare sistema. La crisi economica in atto ormai da tempo, rende impossibile la sopravvivenza di aziende, spesso sane, ma in sofferenza per la stretta creditizia. 
E’ indispensabile rivedere i canali di accesso al credito, anche attraverso l’attivazione degli strumenti esistenti quali il Fondo crediti gestito da ISMEA. Abbiamo depositato una risoluzione in questo senso già da tempo. 
Veniamo poi al tema dell’occupazione. E’ necessario favorire il ricambio generazionale anche al familiare e quindi alla stabilizzazione dei redditi e potenziare gli strumenti di gestione delle crisi.
Il DEF descrive le misure che saranno rese esecutive nel “collegato agricoltura”, attualmente all’esame del senato che a nostro avviso presenta molte criticità: non vorremmo che con la creazione di un marchio “privato” made in italy si considerasse risolta la questione dell’etichettatura d’origine, unico vero rimedio contro la contraffazione agroalimentare; si parla di potenziare le funzioni dei CAA, come la possibilità di avvalersi di società che implicherebbe la tariffazione dei servizi, un costo aggiuntivo per i già vessati agricoltori; 
trovo anche l’occasione di ricordare al Governo che non è con le parole dette in TV che si risolvono i problemi, ma con i fatti; quindi dico al Premier, di muoversi, non con la bocca, ma con progetti concreti perchè, dobbiamo ancora spendere entro 18 mesi 22 miliardi di euro per progetti legati ai fondi strutturali altrimenti, li perderemo.
Da ultimo, e concludo, occorre svincolare dal patto di stabilità interno il cofinanziamento regionale sui PSR al fine di conseguire una maggior capacità di spesa e di realizzare progetti a forte impatto economico sociale e sostenibili nel tempo. 
Che dire, ancora non ci siamo. 
Grazie.