Il M5S come aveva detto, versa la metà del proprio stipendio da deputati e la parte eccedente dei rimborsi in un Fondo di Garanzia per le imprese. Se vi ricordate per poter versare questi soldi (ad oggi oltre 5 milioni di euro) nel fondo siamo dovuti stare 4 giorni e 4 notte davanti al MEF (quando c’era Saccomanni) per avere l’IBAN e ci siamo riusciti e con l’occasione invitiamo tutti gli altri a farlo, compresi gli assessori regionali, ecco i dati: Causale: Versamento a favore della microi-mprenditorialità (art.1c.5ter,Dl 69/2013) Capitolo n.3693 capo 18 ; Beneficiario: Bilancio dello Stato ; IBAN : IT61Z0100003245348018369300.

Si tratta di un fondo istituito al Ministero dello Sviluppo Economico dedicato alle piccole e medie imprese, da utilizzare come garanzia per la concessione di finanziamenti da parte delle banche. Quindi un’azienda che, per esempio, necessita di un prestito può chiederlo alla banca ponendo come garanzia il fondo. Il Gestore del fondo è rappresentato da 5 istituti bancari che si sono aggiudicati la gara (bando pubblicato in G.U.R.I. 5^ serie speciale n. 107 del 15 settembre 2010): Mediocredito Centrale Spa (Capogruppo mandataria), Artigiancassa S.p.a. (mandante), MPS Capital Service Banca per le imprese spa (mandante), Mediocredito Italiano spa (mandante), Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane spa (mandante).

Il vantaggio non è solo per l’imprenditore – che non è costretto a fare ipoteche o fidejussioni e mettere a rischio il suo patrimonio personale – ma anche per la banca, perché con la garanzia del fondo il rischio, relativamente alla quota garantita, è zero. Se l’imprenditore fosse insolvente, l’istituto può farsi risarcire dal Fondo Centrale di Garanzia e, in caso di eventuale esaurimento, direttamente dallo Stato. Le imprese, rivolgendosi al Fondo Centrale di Garanzia, le aziende non ricevono contributi diretti, ma può ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive sugli importi garantiti dal Fondo. La garanzia pubblica si sostituisce, in pratica, alle costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento. Il Fondo di garanzia, comunque, non interviene direttamente nel rapporto Banca/Impresa e quindi tassi di interesse, condizioni di rimborso, eventuale richiesta di garanzie aggiuntive sulla parte non coperta dal Fondo ecc., sono stabiliti attraverso la libera contrattazione tra banche e imprese. La normativa relativa all’intervento del Fondo non detta, infatti, alcuna indicazione in proposito sebbene l’intervento del Fondo, abbattendo il rischio della Banca, consente l’applicazione di condizioni di maggior favore.
L’impresa non può inoltrare la domanda direttamente al Fondo, ma deve rivolgersi a una banca (quella a cui chiederà il finanziamento, tutto le banche lo possono fare) chiedendo di volersi avvalere del fondo di garanzia per le pmi. Toccherà alla banca occuparsi della domanda e interfacciarsi col Ministero. Dal momento in cui la banca completa il modulo di richiesta, a norma di legge sono previsti 2 mesi per ottenere la risposta. Per prassi, trascorrono fra le 2 e le 3 settimane. L’impresa può anche rivolgersi a un Confidi (ma occorre che sia accreditato) che garantisce l’operazione in prima istanza mentre richiede la contro-garanzia al Fondo centrale.