LE ACCIAIERIE VANNO TOLTE DALLE MANI DELLA THYSSEN. PERSEGUIRE OGNI POSSIBILITA’ PER SALVARE I POSTI DI LAVORO, COMPRESO IL COMMISSARIAMENTO.

Mentre Renzi è impegnato nella cancellazione dell’art.18, per dare libertà di licenziare, a Terni si gettano in mezzo a una strada 537 famiglie.

Il compito di chi governa questo Paese deve essere quello di impedire lo smantellamento di un sito industriale strategico, non solo per Terni e per l’Umbria ma per l’intero Paese. Non può essere la Germania a celebrare il funerale della siderurgia italiana.

L’azienda tramite l’AD Morselli sta violando alcuni principi costituzionali alla quale ogni azienda ha il dovere di attenersi. Non è minimamente pensabile che uno Stato possa accettare azioni incompatibili con il dettato costituzionale.
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” questo dice l’art.41 della Costituzione Italiana. L’articolo successivo il 42 afferma invece che “La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale”.

La nostra priorità è salvare l’occupazione e rilanciare una nuova era per le acciaierie di Terni. Ecco perché la strada tracciata dal commissariamento per disastro ambientale va vista come un’opportunità. Nulla va lasciato intentato. I vertici dell’azienda vanno richiamati alle loro responsabilità: non si possono fare sconti a chi con un atteggiamento di indifferenza e soprattutto arroganza sta minando l’equilibrio economico, occupazionale e socio-sanitario di un’intera comunità, danneggiando interessi primari dell’Italia.
Ecco perchè il M5S chiede il Commissarimento dell’Azienda AST-TK e la rimozione immediata dell’attuale AD Morselli.

All’inizio del 2014 l’Arpa Umbria, in conclusione di una visita ispettiva all’AST, ha accertato la violazione di 15 prescrizioni nell’adempimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Conseguentemente, nel luglio del corrente anno, sempre Arpa, ha comunicato di essersi fatta promotrice di alcune segnalazioni per notizia di reato alla Procura della Repubblica di Terni, ipotizzando uno o più crimini e denunciando irregolarità riscontrate nell’esercizio della sua funzione ispettiva.

Il diffuso stato di contaminazione all’interno del SIN, culminato con la recente diffusione dei dati del Ministero della Sanità sulla presenza di diossine e policlorobifenili nelle uova e nel latte, era già da anni ipotizzabile attraverso la lettura di altri report dell’Arpa e dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, a partire dagli altissimi tenori di metalli pesanti rinvenuti in tutte le matrici ambientali. La situazione della discarica è infine giunta alle cronache nazionali mentre lo stato di inquinamento delle locali falde acquifere da cromo esavalente è stato dichiarato “solo la punta di un iceberg”.

Siamo stanchi di vedere un’intera comunità letteralmente presa a pesci in faccia dagli sgherri delle multinazionali: ci sono tutti i presupposti per togliere temporaneamente l’acciaieria dalle mani di Thyssen, mantenere l’occupazione, generarne di nuova attraverso operazioni di rilancio deciso e sostenibile, per poi rimettere il sito integrato sul mercato a criticità superate, come si annuncia quotidianamente altrove. L’impegno dello Stato su Terni non può non essere altrettanto forte e concreto.