Alla Camera si è appena conclusa la votazione della legge di Stabilità. Il governo Renzi in prima battuta aveva previsto interventi nell’economia per un totale di 36 miliardi di euro: 15 miliardi di spending review, 11,5 miliardi di spazio sul deficit, 3,6 miliardi di tassazione delle rendite finanziarie, 3,8 miliardi dalla lotta all’evasione, 600 milioni dalla banda larga e 1 miliardo dalle slot machine.
A seguito delle osservazioni formulate dalla Commissione europea sono state introdotte misure aggiuntive per circa 4,5 miliardi, con un effetto di riduzione dal 2,9 al 2,6 per cento dell’indebitamento netto 2015 e conseguentemente la quota di finanziamento in disavanzo per il 2015 risulta ridotta dai 11,5 miliardi a 5,9 mld, pari a circa lo 0,4 del pil.
Non so quanti abbiamo capito quello che è successo, ma in sostanza una manovra finanziaria si basa sul determinare le ENTRATE e indirizzare le USCITE.
Noi volevamo sforare il rapporto deficit/pil e portarlo al 4,4 (come in Francia) in modo da avere, per le manovre principali da noi concepite, 20 miliardi per abolire la Riforma Fornero, 19 miliardi per il REDDITO DI CITTADINANZA, e 3,5 miliardi per l’ABOLIZIONE DELL’IRAP per le PMI.